Sonya Orfalian - Homo sine pecunia est imago mortis





La Galleria Whitecubealpigneto
inizia la programmazione 2012/13
 presentando la mostra
di
 Sonya Orfalian
che affronta un tema di stretta attualità
“il denaro”

Le raffigurazioni sulle monete antiche intendevano rappresentare in modo diretto la potenza del sovrano, spesso paragonato a divinità. La sacralità delle divinità spesso coincideva con quella del re, che divenuto “idolo” veniva scambiato portando con sé un valore oltre che materiale anche spirituale, legato alla sfera simbolico-religiosa delle società. I simboli che compaiono sulle monete rendono privilegiati chi le possiede: chi ha monete, ha idoli portatili .

 “La banconota americana da un dollaro – come afferma Emilio Gentile nell’introduzione a Le Religioni della Politica – è un simbolo religioso in senso letterale”, in quanto è l’effige sacra della religione civile, moderna espressione della democrazia. Coloro che si occupano della strategia del denaro, economisti e operatori finanziari, ne sono i sacerdoti.

Il progetto di Sonya Orfalian pone attenzione a questi simboli, realizzando un video ed estraendo da questo degli stills che saranno poi stampati e disposti sulle pareti della galleria.
Con la cancellazione delle immagini la relazione tra le varie figure presenti perde consistenza, evidenziando la perdita del significato simbolico del denaro.


Sonya  Orfalian,  artista, scrittrice e traduttrice,  figlia della diaspora armena  attinge forza dalla storia del suo popolo. Affrontando l’argomento con austerità profonda evita accuratamente qualsiasi tratto ironico consegnando solennità al tema trattato.
Homo sine pecunia est imago mortis
Si usa per suggerire che chi non ha mezzi viene evitato da tutti come di fronte alla morte.
Un uomo  quindi che non scambia denaro è un uomo che evoca la morte, e che non stimola i rapporti sociali.
La mancanza di denaro suscita quindi nell’uomo un tumulto di oscure emozioni  toccando i punti più sensibili della sua coscienza primordiale: la fame primigenia, l’istinto di sopravvivenza, la morte.

English version:


The depictions on ancient coins wanted to represent directly the power of the sovereign, often compared to God.
God's sacredness often coincided with that of the king who, as an “idol”, was exchanged as material and spiritual value at the same time, and related to the sphere of the symbolic-religious society. The symbols that appear on the coins make privileged who owns them: who owns money, has portable idols.

“The American one-dollar banknote- as affirmed by Emilio Genitle's introduction to The Religion of Politics - is literally a religious symbol” because it is the sacred effigy of the civil religion, modern expression of democracy. Economists and financial operators, attending to the money’s strategy, are like priests.
Sonya Orfalian's project pay attention to these symbols making a video, and extracting from this some stills printed and placed on the walls of the gallery. By deleting the images, the relationship between the various figures loses consistency, highlighting the loss of the symbolic meaning of money.

Sonya Orfalian, artist, writer and translator, daughter of the Armenian diaspora draws strength from the history of her people. Facing the topic with deep austerity carefully avoids any ironic stretch and delivering solemnity at the theme.

                    Homo sine pecunia est imago mortis.

It is used to suggest that who have no resources is shunned by all as an image of death. Therefore,  a man that doesn’t  trade money is a man who evokes death, and that does not stimulate social interaction. The lack of money brings out in human’s chest a tumult of obscure  emotions, touching the most sensitive sides of his conscience: primordial hunger, primordial instinct of survival and death.





vernissage
giovedì 25 ottobre 2012
ore 18,30
la mostra prosegue fino al 7 dicembre 2012


Galleria-laboratorio  Whitecubealpigneto
Via Braccio da Montone 93 Roma
Orari: lunedì-venerdì dalle ore 17,30 alle 20
3342906204